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Friday, March 23, 2007

2127 - enigmistiche tonalita'

N. sullo stormire del metaMotore pseud' enigmista //
tonale che precorre imprudentemente estemporanee trance //
e simula generando quasi 'n salgemma la sporigena refe //

arricciolata come dai vibrati del timone d' epi-lemma
d' ancie in cirrostrato //

staminali all' interno d' ogni qualsivoglia creativo //
(quasistocastico?) nodale addensato.

01:22 24/03/2007

"Nell' Arte tutto e', o dovrebbe essere, un esperimento". Gill Evans. In: Arrigo Polillo. "Jazz". Oscar Saggi Mondadori. (1997), p.798.

NotaSullaNota
A parte i vincoli "di riproducibilita'" dei risultati (quindi del controllo sugli errori a questi associati) l' Arte e la Scienza, da questa particolare prospettiva (cioe' dal punto di vista dell'esperimento, che e' senz' altro il momento centrale dello sviluppo scientifico), sarebbero quindi piu' intime di quanto non si voglia - o non si possa - dire. Almeno per Gill. L'epizeusico Gill ...

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Monday, March 12, 2007

2126 - le storie di 'Little Jazz' Roy

N. sull' archetto che traccia del sisma rollii dall' aerino spigare //

pell' animarsi dal tortile ricomposto dal pseudoMarasma //

le metaGlittiche di crespo percorso che secano //

inanellando a carovana l' errante sondare //

12:32 12/03/2007

"Gli piaceva la velocita' di esecuzione, la notevole estensione della tessitura e la potenza di suono [..] e ammirava il suono piacevole e pulito [..]". "la sua prima specialita' [..] era stata una riproduzione sulla tromba dell' assolo di Hawkins [Coleman Hawkins] in 'The Stampede'".

"[..] ammiravano la velocita' delle sue frasi, ma le trovavano prive di significato. Uno gli disse persino che suonava come un trombettista bianco. Poi anche lui [Roy 'Little Jazz' Eldridge] imparo' a 'raccontare una storia' col suo strumento". Nat Hentoff. "Roy Eldridge". In: Shapiro N. & Hentoff N. "The jazz makers". Rinehart & Co. N.Y.-Toronto. (1957). Cit. in: Arrigo Polillo. "Jazz". Oscar Saggi Mondadori. (1997), pagg. 506-7.

NotaSullaNota
Nell' ipotesi - neanche tanto campata in aria - secondo la quale: "[..] il progresso dovrebbe tornare nelle mani delle persone per non lasciarlo unicamente sotto il controllo della Scienza e della Tecnologia" [Fausto Bertinotti. In: "Ma che tempo che fa". Rai-3. 21.12 11/03/2007] allora anche le tecniche "usuali" (il "metodo", per dire) e le "pulsioni" del bravo scientist (qui non si fa cenno, ovviamente, circa la costellazione di "para-Culti" in qualsivoglia forma e manifestazione piu' o meno ... radia dell'Accademia, della Struttura ...) dovranno uscire dal Laboratorio. Dovranno farlo, anche perche' supportati, sollecitati, confortati (il "metodo" e le "pulsioni"), da una multifunzionale "tecnologia portatile" (cfr ad es. [#1]).

In pratica: la consapevolezza [!] dell'esperimento esce dal Laboratorio per farsi un giro.

Proprio come e' servito al generoso Roy "Little Jazz" Eldridge ("uno che ce la mette tutta in ogni circostanza"; cfr. Arrigo Polillo. Cit., pag. 506) entrare e poi uscire dalle tecniche veloci di fraseggio per completarsi colla scintillante, poetica, fulminante (quasistocastica?) abilita' nel "raccontare storie".

[#1]- http://drudo.altervista.org/wiki/index.php?page=debianLive