2156 - potrebbero sudare le mani
N. zumata nell' alesante adusta usuale neuro- crifia //
col metameccanico npbb che turba e snida nell' ionici l' indolenze //
pell' improvvida esalazione a zonule d' irradiante radio- naftene //
2009-02-27 13:43
Michele Mariotti. " È facile fare un'audizione a distanza: sei nella tua stanza, senza pubblico e le mani non ti sudano"
In: "Sbarca su You Tube la filarmonica virtuale". LaRepubblica. 26 febbraio 2009.
npbb in: http://www.ihop-net.org/UniPub/iHOP/gismo/90653.html
NsN
A proposito dell'immagine (relativa fino a un certo punto perche' fisiologica) di "mani che sudano", leggendo l'articolo mi e' tornata in mente la prima performance "live" da chitarrista rock (nel 1969 mi pare) all'auditorium del liceo "Cassini" di Genova Sturla, in una formazione "jam" a tre ("Free Session" mi pare fosse il nostro nome, idea di Graziano, fratello di Enrico, in quell'occasione spontaneo "talent manager" del gruppo) con appunto Enrico, mio ex compagno delle medie, che a quei tempi era, in campo musicale, un proto batterista esperto nel drumming sui bidoni di cartone del "dash" e Roberto, un bassista elettrico, anche lui come me studente del "chimico", con il quale non avevo mai suonato prima, neanche per 5 minuti, neanche l'avevo mai sentito suonare ("E' bravo, vedrai", mi avevano detto). Io usavo una chitarra elettrica di una marca che mi e' sempre stata ignota, prestatami da amici del chimico (una pseudo Strato x mancini - dico sul serio - con l'accordatura reversata e scalata per l'occasione, capace di generare timbriche piu' accese di quelle ottenibili dalla mia) che avevo provato solo per pochi giorni prima della performance, una amplificazione che avevamo provato solo per 10min il giorno o due giorni prima, ovviamente priva dei diffusori di ritorno sul palco. Indossavo una camicia "a bolle" prestatami sempre per l'occasione da un amico comune, la cui grafica potrebbe ricordare vagamente lo sfondo di questo blog (e' stupefacente come il Mastrocicco potesse avere nel suo guardaroba una camicia cosi' ... ). Il tema dell' esecuzione? Di fantasia, deciso al momento, poco prima di salire sul palco. Un mix degli stili (vagamente ridondante di stilemi) di Jeff Beck, Peter Green, Henry Vestine l'irriproducibile, Carlos Santana, Jimi Hendrix, Eric Clapton (dei tempi dei Cream), Rory Gallagher (il pazzo front-man dei Taste) e John McLaughlin, tra i miei preferiti nel campo. Il risultato? Un successo. Ci fu chiesto anche il bis. Da non credere ... Ricordo molto bene in quell'occasione, le mani sudavano: "cazzo, mi stanno sudando le mani ...". Da un punto di vista geografico in noi, li', in quel contesto, si erano riuniti in qualche modo i "free spirits" della east & west coast della citta': io abitavo di fronte all'ingresso principale (6,7 metri circa) dell'Ospedale Psichiatrico di Genova Quarto, il mio territorio di giochi di default sin dalla prima infanzia, prossemico alla middle East, diciamo; Roberto abitava (se ricordo bene) nella operosa sofferente martoriata West coast, come quasi tutti i miei compagni del chimico; Enrico in una amena villetta infarcita di pile di LP, a quei tempi quasi introvabili in Italia, ventilata dall' onde scogliose della East. Da-Li', un punto d' immediata sintesi, incredibile.
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