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Friday, March 30, 2007

2128 - onda in sintetico disordine

N. sul moto d' onde a sinossi d' interlinea //

che sigla col turgore d' indirizzo //

e s' acchiude di lirica in limio a sinusoide
nel mordente di tornante d' asteroide //

e sonorizza lieve ... //

autoScheggiando ... //

19:36 30/03/2007

"La sua liberta' resta tale anche se la sua libera musica e' elaborata fino all' estremo limite, e lo stesso si puo' dire della sua spontaneita' (del tutto controllata) e infine del suo disordine, piuttosto organizzato e sintetico". Jean-Louis Comolli. "Charles Mingus a decouvert". Jazz Magazine. (1964), June. Cit. in: Arrigo Polillo. "Jazz". Oscar Saggi Mondadori. (1997), p. 706.

Friday, March 23, 2007

2127 - enigmistiche tonalita'

N. sullo stormire del metaMotore pseud' enigmista //
tonale che precorre imprudentemente estemporanee trance //
e simula generando quasi 'n salgemma la sporigena refe //

arricciolata come dai vibrati del timone d' epi-lemma
d' ancie in cirrostrato //

staminali all' interno d' ogni qualsivoglia creativo //
(quasistocastico?) nodale addensato.

01:22 24/03/2007

"Nell' Arte tutto e', o dovrebbe essere, un esperimento". Gill Evans. In: Arrigo Polillo. "Jazz". Oscar Saggi Mondadori. (1997), p.798.

NotaSullaNota
A parte i vincoli "di riproducibilita'" dei risultati (quindi del controllo sugli errori a questi associati) l' Arte e la Scienza, da questa particolare prospettiva (cioe' dal punto di vista dell'esperimento, che e' senz' altro il momento centrale dello sviluppo scientifico), sarebbero quindi piu' intime di quanto non si voglia - o non si possa - dire. Almeno per Gill. L'epizeusico Gill ...

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Monday, March 12, 2007

2126 - le storie di 'Little Jazz' Roy

N. sull' archetto che traccia del sisma rollii dall' aerino spigare //

pell' animarsi dal tortile ricomposto dal pseudoMarasma //

le metaGlittiche di crespo percorso che secano //

inanellando a carovana l' errante sondare //

12:32 12/03/2007

"Gli piaceva la velocita' di esecuzione, la notevole estensione della tessitura e la potenza di suono [..] e ammirava il suono piacevole e pulito [..]". "la sua prima specialita' [..] era stata una riproduzione sulla tromba dell' assolo di Hawkins [Coleman Hawkins] in 'The Stampede'".

"[..] ammiravano la velocita' delle sue frasi, ma le trovavano prive di significato. Uno gli disse persino che suonava come un trombettista bianco. Poi anche lui [Roy 'Little Jazz' Eldridge] imparo' a 'raccontare una storia' col suo strumento". Nat Hentoff. "Roy Eldridge". In: Shapiro N. & Hentoff N. "The jazz makers". Rinehart & Co. N.Y.-Toronto. (1957). Cit. in: Arrigo Polillo. "Jazz". Oscar Saggi Mondadori. (1997), pagg. 506-7.

NotaSullaNota
Nell' ipotesi - neanche tanto campata in aria - secondo la quale: "[..] il progresso dovrebbe tornare nelle mani delle persone per non lasciarlo unicamente sotto il controllo della Scienza e della Tecnologia" [Fausto Bertinotti. In: "Ma che tempo che fa". Rai-3. 21.12 11/03/2007] allora anche le tecniche "usuali" (il "metodo", per dire) e le "pulsioni" del bravo scientist (qui non si fa cenno, ovviamente, circa la costellazione di "para-Culti" in qualsivoglia forma e manifestazione piu' o meno ... radia dell'Accademia, della Struttura ...) dovranno uscire dal Laboratorio. Dovranno farlo, anche perche' supportati, sollecitati, confortati (il "metodo" e le "pulsioni"), da una multifunzionale "tecnologia portatile" (cfr ad es. [#1]).

In pratica: la consapevolezza [!] dell'esperimento esce dal Laboratorio per farsi un giro.

Proprio come e' servito al generoso Roy "Little Jazz" Eldridge ("uno che ce la mette tutta in ogni circostanza"; cfr. Arrigo Polillo. Cit., pag. 506) entrare e poi uscire dalle tecniche veloci di fraseggio per completarsi colla scintillante, poetica, fulminante (quasistocastica?) abilita' nel "raccontare storie".

[#1]- http://drudo.altervista.org/wiki/index.php?page=debianLive

Friday, March 09, 2007

2125 - apparenti parisillabi

N. sull' incidere coi bagliori di lucerna //

il reale gia' trasformabile dall' arato sparigliato spuntiglio //

per drenare e intrecciare sull' apparente parisillabo //

l' immediati spilli in singolarita' //

di fase d' alea a risonante iperpulsatile solfeggio //

18:34 09/03/2007

"[Art Tatum] diceva sempre che non 'udiva' in anticipo cio' che si accingeva a suonare, ma che si limitava a 'sentirlo', e, poiche' gran parte di cio' che facevamo era improvvisato, qualche volta se ne usciva con delle trovate che mi lasciavano disorientato". Orrin Keepnews. In: Shapiro N. & Hentoff N. "The jazz makers". Rinehart & Co. N.Y.-Toronto. (1957). Cit. in: Arrigo Polillo. "Jazz". Oscar Saggi Mondadori. (1997), pag. 499.

"[..] Art sembrava divertirsi a creare dei problemi impossibili dal punto di vista armonico e della sequenza degli accordi. Poi si metteva a improvvisare lietamente una sequenza dopo l'altra finche' la frase si definiva come una entita' conclusa entro la struttura della composizione che stava suonando. Mi e' capitato molte volte di vederlo avventurarsi a tutta velocita' in quello che io temevo fosse un vicolo cieco musicale, e poi uscirne con una soluzione folgorante". Rex Stewart. "Jazz masters of the 30's". The Macmillan Co. N.Y. (1972). Cit. in: Arrigo Polillo. "Jazz". Oscar Saggi Mondadori. (1997), pag. 500.

NotaSullaNota
Art e' andato oltre il pur complesso fraseggio in talento d' improvvisazione. Il suo "sentire", da un punto di vista neurobiologico, e' di quanto mai problematica definizione. Come e' problematico capire quei soggetti autistici quando affermano di "vedere" in tempo reale, nell' immediato, il numero esatto di cerini che sono stati lanciati in aria. Forse per questo "sentire" Art non aveva problemi a riproporre temi originali: "Quanto [..] alla relativa fedelta' ai temi originali, essa lo costringeva a uno sforzo inventivo assai superiore a quello di coloro che improvvisavano liberamente sugli accordi del tema e hanno percio' meno vincoli alla creazione" [In: Arrigo Polillo. Cit. pag. 502].

In pratica un nomade naturale specialista nei fraseggi da vortici confinati, relativamente confinati, Art Tatum. Relativamente confinati, quasi come e' confinata, relativamente confinata, una metameccanica regolatoria di un codice generico, magari genetico, per dire.

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Monday, March 05, 2007

2124 - attrattore cooperativo bipolare (nell' elastici spigoli)

N. sull' animarsi d' unisono tonale //

dal silloge spiccato nell' escandescenze a spigola //

pell' altalenare quasistocastico focale //

di scansioni tendinee //

sbeccato da concause smosse dal circoscritto dell' elastici metaSpigoli //

09:20 05/03/2007

"Lewis [John Lewis] impersona la tensione e Jackson [Milton Jackson] la distensione". Joe Goldberg. "Jazz masters of the 50's". The Macmillan Co. NY. (1965).

NotaSullaNota
Qui un kernel di creativita' invece di autogenerarsi all' interno di un sistema cognitivo individuale emerge e si stabilizza grazie all' interazione cooperativa a lungo termine tra due personalita' (Lewis & Jackson, famosi musicisti del Modern Jazz Quartet, formazione attiva a partire dal 1952), personalita' caratterizzate (secondo Goldberg) da alcuni tratti comportamentali sostanzialmente opposti. Polillo sottolinea come: "Lewis e Jackson, le voci fondamentali del complessino, parrebbero addirittura incompatibili fra loro tanto il temperamento dell' uno e' diverso da quello dell' altro. Composto, controllatissimo, lucido costruttore di architetture sonore il primo; istintivo, disinibito, emotivo improvvisatore il secondo: eppure i due si integrano perfettamente" (in: Arrigo Polillo. "Jazz". Oscar Saggi Mondadori. (1997), pag. 658.). L' osservazione di Goldberg citata sopra, pubblicata nel 1965, potrebbe ricordare un equivalente sintetico della definizione di "attrattore caotico": "[..] the presence of chaotic motions in conservative or dissipative systems necessarily implies that the phase space is expanding in certain directions and contracting in others. It is natural to conclude that in a chaotic motion variety and choice are continuously generated along the expanding directions of the motion, whereas predictability is recovered along the contracting directions. In other words, chaotic attractors (which, in addition to the above prperties, enjoy asymptotic stability) are potential generators and processors of information". (G. Nicolis, I. Prigogine. "Exploring complexity". Freeman. N.Y. (1989), pag. 255).
A margine, anche la stesura delle Note qui si avvale di procedimenti alternati di espansione e contrazione.

PostNota
Qui si potrebbe introdurre un ulteriore elemento di impredicibilita', una variante 'fuzzy'. In pratica un sottosistema regolatore il dipolo che, attraverso un lancio di dadi (quasi una meccanica a metano protonato, per dire) decida chi tra i due poli debba assumere, al tempo t, il ruolo 'convergente' e chi quello 'divergente'. Una sorta di meccanismo che introduca, con l'interscambio (magari aciclico) dei ruoli, un elemento di novita', di sorpresa, di impredicibilita' appunto, per qualsiasi attore di quello scenario oltre che dello stesso dipolo, direzionato quest' ultimo dal meccanismo stocastico ad assumere di volta in volta, per usare la terminologia di Goldberg, un ruolo di tipo 'tensivo' oppure 'distensivo' . Non e' detto che questa variante teorica dell' aciclico alternatore dei ruoli di compressione ed espansione in un dipolo del tipo 'Lewis & Jackson' emerga e si stabilizzi , in ambito umano, unicamente in contesti particolari (di improvvisazione artistica: musicale, teatrale, comica ...). Si puo' immaginare anche una entita' di intelligenza artificiale che generi il suo avatar bipolare 'caotico' allo scopo di operare una scelta in prossimita' di una biforcazione sulla base di flussi di dati registrati in tempo reale da una sonda micro perturbativa opportunamente lanciata dall' avatar stesso all' interno del sistema in transizione. [17.43 07/03/2007].

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