2110 - sbecchi di prua
N. sul brusio del recettore nano //
ebro in pause come fonico gitano //
che nell' apnea s' auto depura //
a sbeccare di prua //
coll' apici a sonda dall' ornanti ruttori //
in visione di preludio d' ogni aciclo //
pedulo dell' aracnoidi- anarcoidi tornanti //
12:07 18/01/2007
"Furono proprio il carattere fondamentalmente allegro, l'esuberanza vitale, il senso dell'umorismo, l'intelligenza vivace e realistica, che permisero a Dizzy [Dizzy Gillespie] di superare meglio di ogni altro musicista del suo entourage le difficolta' che il bebop, di cui era stato uno dei creatori, incontro' lungo il suo cammino, e di evitare poi la sorte tutt' altro che lieta, e in qualche caso tragica, di molti di loro". In: Arrigo Polillo. "Jazz". Arnoldo Mondadori Ed. (1997), p. 603.
NotaSullaNota
In pratica il bravo Dizzy non si e' salvato dall' indigenza, dal manicomio, dalla disperazione per cio' che aveva donato ai suoi contemporanei (post full- time farmers, bianchi, neri, e in varieta' di mescola) ma - forse - perche' aveva avuto in dono dai genitori (da uno di loro o da entrambi) una sorta di metameccanica regolatoria generosa nella sintesi endogena (fisiologica) di neuro oppioidi che evidentemente lo proteggeva, lo schermava, nei periodi (aciclici) di stasi creativa, dagli episodi depressivi e dall' abuso di droghe. Percio' Dizzy "aveva sempre un bel carattere". Eh, il bel carattere ...
"Pero' ha un bel carattere". (Anonymous. XX e.V.)