2101 - le note piu' lontane (in bebop)
N. sull' orditura a dolio del carme tattile //
orlettante in delirio lucido ch' intela a digrammi //
di coreuta dai comma a trottola per sequenze 'strane' //
a ridda d' intrusi inclusi nei - normati - oscillogrammi//
12:14 17/12/2006
"Ognuno [..] al Minton's, aveva fatto qualche scoperta personale, o stava mettendo a punto qualche nuovo trucco, per usare un' espressione modesta, molto cara ai jazzmen. Parker [Charlie Parker], per esempio, aveva scoperto che, utilizzando le note piu' lontane degli accordi di un determinato tema, otteneva delle linee melodiche fresche e stimolanti, che poi armonizzava in modo pertinente". In: Arrigo Polillo. "Jazz". Oscar Saggi Mondadori. (1997), p.190.
NotaSullaNota
Secondo la descrizione che ne fa Polillo, il bravo Charlie, immerso in un contesto sociale "in transizione", utilizzava "le note piu' lontane" per ottenere "linee melodiche fresche e stimolanti". In pratica Charlie, inconsapevolmente, cercava di sondare la struttura all' interno di ogni componimento jazz "classico", "tradizionale", "ben noto", per individuare i parametri di "long range correlation" dell' ipotetico attrattore al fine di modularlo, plasmarlo per generare nuove forme anch' esse "di transizione", inaspettate, sorprendenti. Per raggiungere nuovi livelli di stabilita' (metastabilita') fisiologica, creativa. In qualche modo Charlie, nello specifico campo dell' improvvisazione musicale, e' stato inconsapevole precursore della attuale scienza di frontiera dei sistemi complessi. E senza essere "Autore di oltre 100, 200, 300 ...". Eh, il talento. [09:46 18/12/2006]
"long range correlation". In:
http://arxiv.org/
http://prola.aps.org
http://www.ncbi.nlm.nih.gov