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Friday, April 01, 2011

2157 - il pino di takata matsubara

N. di piuma nel translante cabrata \\
a marasma d' irreversibile inanabatico putto (output?) \\
che canta l' apatie (la pieta'?) coi trambusti \\
spaziati dall' ambrate sue tuniche \\

2011-04-01 13:27:19

Kenichi Miyazawa, "Sole surviving pine tree gives hope"
Asahi shinbun, 2011/03/29
http://www.asahi.com/english/TKY201103280153.html

NsN
E' singolare che reattori nucleari, addirittura contenenti plutonio nel kernel, posti in siti dal territorio ballerino, dove terremoti e tsunami sono rari come le nuvole screziate di cielo settembrino, possano disastrare senza l'azione, l' intervento automatico di un sistema di sicurezza parallelo di controllo, iperprotetto, studiato al fine di prevenire una im- probabile scementia (scementia: qui amplificazione degli esiti nefasti di un evento naturale a causa di irresponsabilita' comportamentali; ben altro dall' effetto impredicibile di un azzardo ragionato all'interno di un contesto di gioco legale, che e', l'azzardo, ineliminabile). E' singolare che il paese dell'elettronica, della intelligenza artificiale, quindi dei "robota", a scementia sopraggiunta, sia stato costretto a sacrificare, a condannare a morte squadre di tecnici, non per solvere, ma per metterci su la classica "pezza". E ancora. E' singolare che le persone di comunita' dove si pratica da millenni il culto dell'antenato, del rispetto per l'onore, la tradizione, la cultura (le pratiche rituali del Buddismo zen, alcuni dei loro recenti dimostrati risvolti neurofisiologici, e la compassione buddista, non ipocrita, sono complesso culturale dai tratti senz'altro universalizzabili), a scementia avvenuta, in una situazione drammatica, "al limite", non si fidino affatto, le persone, di cio' che vanno dichiarando pubblicamente le loro stesse classi dirigenti. Come se le classi dirigenti di queste ordinate, laboriose, socialmente intelligenti comunita' giocassero a "remare contro" oppure "per proprio conto". Che poi e' quello che succede, a proposito del "remare per proprio conto", in contesti culturalmente differenti, all'interno di comunita' dove chi si impone pubblicamente e "dirige" oppure "maschera" oppure "manipola" e' nei fatti quasi sempre "l'abile" gambler ciarlatano o un suo diretto dipendente.

Ricordo che quando si era ragazzi, negli anni sessanta, studenti del "chimico" (questo l' ho gia' scritto nella Nota precedente), qualcuno tra noi teorizzava circa l'assolutamente ipotetiche- campate- in- aria- senz'altro, meccaniche comportamentali generate da due relazioni generiche purtuttavia a quei tempi supposte altamente probabili, definite dai seguenti due enunciati: "lo scientist e', nei fatti, succube (i.e. 'slave') dell'ingegnere". E, il secondo: "l'ingegnere e', nei fatti, succube (i.e. 'slave') del consiglio di amministrazione". Qualcuno tra noi, ancora piu' curioso, piu' audace, eccitato senz'altro da piu' elevati gradi di liberta' neuro- funzionali, quindi meno confinabili (i gradi di liberta') da pulsatilita' ideologiche, da moralistiche, da sentimentalistiche, da opportunistiche, azzardava col sostituire alla generica entita' "consiglio di amministrazione" altre entita' altrettanto generiche, altrettanto non facilmente quantizzabili almeno in prima approx per uno scientist classico, del tipo: "stato", "partito", "clan", "cupola", "padrino", "padrone", "familia", "carriera", "ambizione" (giammai "luogo comune", orrore per qualsivoglia tecno- scientist, anche se in erba) e, una volta sostituite le schedulate entita', una alla volta ovviamente, nella forma base dell' enunciato, dell' equazione fenomenologica (se cosi' si puo' dire) citata sopra, si giocava a scrutarne l'eventuali ipotetiche variazioni nelle sfumature, nelle traiettorie, negli esiti. Una sorta di "proto-PNEIca" Ecological- Behavioural- Chemistry, per dire. Eh, certe singolari bizzarrie di gioventu' ...;

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